Serie B, intervista: Giorgio Galipò “Sono venuto a Vicenza perchè ho avuto stimoli importanti, lavoriamo un passo alla volta per ottenere un risultato importante”
Col ritorno in campo della Tramarossa, ci sarà anche un esordio in casa biancorossa: è Giorgio Galipò, playmaker messinese classe 1999 arrivato a Vicenza la settimana scorsa e giunto sotto i Berici per cercare di dare una ventata di vitalità e di frizzantezza alla Tramarossa, impegnata nella rincorsa agli ultimi posti disponibili per i play-off e nel tenere distante la zona play-out. In vista della sfida contro Ozzano, abbiamo fatto due chiacchiere con il nuovo arrivato in casa vicentina per iniziare a conoscerlo fuori dal campo, prima di vederlo all’opera sul parquet di via Goldoni.
Allora Giorgio, come mai hai scelto Vicenza? C’è stata qualche ragione specifica che ti ha portato qui?
“Vicenza mi ha cercato e io sono venuto perché ho visto un ambiente desideroso di fare bene e perchè c’è una situazione di classifica ancora interessante. Lottare per i play-off è importante per ogni giocatore e avere responsabilità, entrare in un gruppo già formato, con situazione di classifica diversa rispetto a quella che c’era a Caserta sono tutti stimoli importanti che mi hanno portato qui. Si tratta di una sfida: non conoscevo ancora nessuno dei giocatori e dello staff, ma penso che ci sia un gruppo e una squadra che vuole e può fare bene.”
Tu hai già esordito in Serie A con Capo d’Orlando. Quali sono stati le sensazioni in Serie B rispetto a quelle della massima serie?
” Le responsabilità sono diverse: aver esordito in Serie A ti lascia qualcosa dentro, è importante ed è sicuramente un tassello fondamentale nella mia carriera, ma non è assolutamente simile a quello che sto facendo adesso. All’epoca non potevo prendere decisioni, vivevo un ambiente completamente diverso in cui mi veniva chiesto semplicemente di giocare qualche minuto per fare respirare i titolari. Da quest’anno sto iniziando a giocare con costanza, il minutaggio è cresciuto e anche le responsabilità: devo saper portare la palla, devo prendere decisioni. Direi che è la mia prima vera esperienza in una prima squadra in cui ho spazio.”
Che situazione hai trovato arrivato a Vicenza?
“Ho avuto impressioni molto positive. A Vicenza si respira pallacanestro, la società ha una grande professionalità e c’è la giusta voglia di lottare, di ottenere un risultato importante e di conquistarsi un posto ai play-off. Quindi direi che l’impatto è stato sicuramente positivo. C’è voglia di vincere e ci sono obiettivi comuni.”
Cosa deve fare questa squadra per scalare la classifica?
“Non dobbiamo avere fretta e ragionare in funzione della classifica, ma vivere ogni partita come una finale e preparasi al meglio ad affrontarla. Partita dopo partita, andare avanti un passo alla volta e concentrarsi su quello che arriva nel breve. Solo così possiamo lavorare bene sulle partite che ci attendono e sul risultato che dobbiamo ottenere.”
Una curiosità: hai preso il numero 5, c’è qualche ragione specifica che ti ha spinto?
“Il cinque è sempre stato il mio numero, sin da quando ho iniziato a fare i primi tiri a canestro. A Capo d’Orlando mi avevano dato lo 0 di ufficio e a Caserta il 5 non era disponibile perché ritirato in onore di Gentile; qui invece mi hanno detto che non ce l’aveva nessuno e allora l’ho preso.”
Ultima domanda: hai già girato Vicenza? L’hai già vissuta un po’?
“Non ho ancora fatto giri approfonditi, devo ancora ritrovarmi. Mi sono fatto qualche passeggiata e ho scoperto un po’ il centro, ma devo ancora conoscerla bene. Lo farò sicuramente nelle prossime settimane.”